Salve amici... la vostra curiosità ed il vostro desiderio di avventura vi hanno spinto a recarvi fino a questa particolare comunità! Ebbene, soddisfarò la vostra curiosità e vi racconterò di questa zona elfica immersa in un mondo umano...
Durante i miei viaggi nel Regno di Tarsis ebbi l'occasione di imbattermi in un collega, dedito all'arte dei Cantori. Ben presto, fra noi nacque una certa amicizia. Si chiamava Iriam, Cantore e Devoto a Tanatos, divinità della luce. Iriam era un mezz'elfo ma rammento bene la predominanza dei tratti umani sia nel suo fisico che nella sua personalità. Un giorno, gli chiesi di parlarmi della comunità elfica di Wood Village e della situazione degli elfi nel Regno di Tarsis. Iriam, senza esitare, mi raccontò una storia...
Non trovo, quindi, miglior modo di descrivervi quello che conosco della comunità di Wood Village che quello di riferivi il racconto che mi fece Iriam, il Cantore, durante la lunga passeggiata che facemmo nelle campagne della cittadella di Abrod.
"Quando Ardamir, l'Alto
Sacerdote di Arlinir, mi ha domandato se avessi voglia di fare una missione con
lui per aiutare una comunità elfica credevo tutto sommato che sarebbe stata una
cosa divertente e piacevole, soprattutto perchè mi andava di conoscere meglio le
zone elfiche vicine a Tarsis, la nostra capitale. Peccato però che, invece di
andare verso Wood Village, il nostro nobile chierico ci abbia fatto andare nel
sud di Arelia! Ma questa è un'altra storia...
Per descriverti la comunità elfica di Wood Village, caro Gerard, devo premettere
che io talvolta penso troppo con l'ottica umana, sarà forse per colpa
dell'influenza di mio padre che è umano e che mi ha portato ben presto lontano
dalla civiltà elfica. Provo spesso rammarico per non aver deciso di risiedere
stabilmente a Wood Village, dove ho passato parte dell'adolescenza. Dopo essere
nato a Tarsis, mia madre mi portò proprio nella zona elfica di Wood Village per
allevarmi a contatto con la civiltà elfica, ciò affinché il mio animo si
formasse secondo quelle che erano le tradizioni della sua gente. Dico sua in
quanto non riesco a sentire gli elfi come qualcosa di vicino al mio essere, se
qualcuno mi domandasse chi sono, direi certamente di essere umano, anche se
ovviamente la verità sta nel mezzo. I miei stessi lineamenti benché molto vicini
ai tratti umani tradiscono comunque una vicinanza alla razza elfica. Eppure il
gusto per l'arte, l'amore per la conoscenza e la musica sono certamente le
testimonianze che la cultura elfica comunque è presente in me.
D'altro canto, comunque, ho vissuto tutta la mia giovinezza nella comunità di
cui mi hai chiesto, fino a quando poi ho deciso di seguire mio padre in giro per
il Regno al fine di imparare, anche grazie al suo aiuto, la nobile arte dei
cantori.
Un giorno vorrei tornare a Wood Village, vorrei incontrare mia madre, oramai
sono circa dieci anni che non la vedo, per un qualunque essere umano è un tempo
impensabile, ma tutto sommato credo che lei non sia cambiata affatto dato che lo
scorrere del tempo per gli elfi è completamente diverso, dieci anni non
rappresentano altro che un battito di ciglia nella loro esistenza. Sarà per
questa caratteristica quasi divina della loro razza che gli umani hanno sempre
guardato con sospetto e diffidenza alla razza elfica e questo accade tutt'oggi,
spesso negli strati di popolazione meno istruita. Forse si tratta solo di
invidia razziale per un popolo che comunque può vivere più a lungo e che quindi
può permettersi di lavorare, studiare e progredire senza l'angoscia della morte.
Diciamo che comunque la diffidenza è reciproca, non è poi che gli elfi siano
così buoni e puri di animo come si creda, certo Arlinir predica l'amore e il
rispetto per tutti gli esseri viventi e l'amore tra elfi e mezz'elfi, ma avete
mai avuto occasione di incontrare un elfo proveniente dal Reame Erlin? Se può
risultare scontroso con un umano, può essere davvero perfido nei confronti di un
mezz'elfo.
Un vecchio cantore umano mi disse che le parole possono essere più pericolose di
una spada e, in effetti, talvolta agli elfi del Reame Erlin non serve neanche
quella, basta il loro sguardo per farti capire che sei accettato solo perchè la
grande dea lo impone.
Probabilmente la diffidenza degli elfi nei confronti degli umani è anche dovuta
al ricordo di quelle che noi Tanatiani chiamiamo Guerra per la Civiltà e Guerra
per la Scogliera. In fondo gli elfi hanno una memoria storica che quasi coincide
con quella attuale, per tale motivo è naturale che siano diffidenti verso gli
abitanti esterni dalle zone boscose, senza dimenticare che quando l'Impero è
crollato si sono trovati a combattere quasi da soli contro gli esseri malvagi
inviati di Gash... e probabilmente alcune comunità nel nord lo stanno ancora
facendo!
Vuoi che ti racconti come è vivere tra gli elfi? Io tutto sommato ho dei
bellissimi ricordi del mio periodo trascorso nella zona elfica di Wood Village,
che è certamente così come uno si immaginerebbe, un piccolo borgo con gran parte
delle strutture in legno. Devi sapere che la zona elfica è nettamente divisa da
quella umana, l'una dista dall'altra un giorno di viaggio. Certo, rispetto ad
altre zone come quelle del Territorio Libero Loderin o del Reame Erlin, si può
circolare da entrambe le parti, ma ci sono delle sostanziali differenze.
Ovviamente Wood Village è considerato in tutto e per tutto territorio di Sua
Maestà il nostro amato Re del Regno di Tarsis, però, tale zona è amministrata in
modo differente dal resto del Regno... Rispetto alle altre città, infatti, Wood
Village è governata dal Concilio Elfico, in pieno rispetto alle tradizioni
elfiche, ovviamente questo discorso vale solamente per la parte nord, quella che
è più interna alla grande foresta nordica che come ti dicevo prima è abitata da
elfi. Questo fatto di separare i villaggi in zone per elfi e zone per umani
risponde ad esigenze economiche e culturali, però talvolta mi da la sensazione
che siano gli stessi elfi a decidere di ghettizzarsi. Sarà forse che io ho preso
da mio padre e sono uno spirito libero, amo viaggiare e scoprire popoli e
tradizioni nuove in modo da poter poi meglio ampliare i miei racconti, però non
comprendo bene certe logiche separatiste. Proprio per questo credo che sia
consequenziale che non concedano a tutti la possibilità di avere proprietà o di
risiedere in maniera stabile all’interno del loro villaggio, infatti solo coloro
che hanno autorizzazione da parte del concilio possono risiedere o avere
proprietà all’interno e, normalmente, sono comunque elfi o mezz’elfi. Sempre per
i motivi, nessuno che non sia un residente nella zona elfica si può recare in
quella zona senza regolare permesso che viene rilasciato da un funzionario
elfico che ha un ufficio nella zona umana di Wood Village, presso il
governatorato. Pensa che devo richiederlo anche io per andare a trovare mia
madre, meno male che almeno è gratuito, questa è una bella novità rispetto alla
nostra burocrazia, tutte le spese infatti sono proprio a carico della comunità
elfica. Come vedi si tratta di conseguenze derivanti da quel concetto, che prima
ti accennavo, relativo alla cosiddetta riservatezza del popolo elfico.
Ovviamente, in pieno rispetto alle loro tradizioni nessuno può riservarsi il
diritto di andare a far legna o cercare cacciagione nella grande foresta nordica
senza sempre il permesso del Concilio e, conoscendo di persona l’amore che gli
elfi hanno per la natura, non suggerisco a nessuno di andare a far caccia di
frodo o di raccogliere legna senza i relativi permessi. Gli elfi sanno essere
molto ma molto vendicativi se vengono disattese le loro leggi.
Hanno persino una propria milizia, il capo che si chiama Geser è anch'egli un
mezz'elfo che conosco molto bene. Ovviamente tutto ruota intorno al Tempio di
Arlinir che è l’istituzione religiosa elfica più importante del Regno. Spesso
mia madre mi ha portato a seguire le funzioni ed a parlare con i chierici; lei
come la maggioranza degli abitanti di Wood Village è ovviamente una fedele della
Dea, laddove io ho sempre sentito come se mi mancasse qualcosa. Per carità!
Trovo i principi della religione elfica molto giusti e condivisibili, ma era
come se mancasse qualcosa, non avevo quel trasporto che vedevo in mia madre ed
in tutti i ragazzi e le ragazze che erano al tempio. Per questo poi mi sono
rivolto invece al nostro luminoso Tanatos a cui sarò sempre devoto, padre di
tutti gli dei. Fu proprio al tempio che ho conosciuto per la prima volta Alisia,
me la presentò mia madre dopo una funzione, il padre, ambasciatore del
territorio Loderin a Tarsis conosceva mio padre che era un famoso cantore,
avendolo incontrato ad alcune cene ufficiali organizzate nella nostra capitale.
Alisa è bellissima, di animo molto dolce e sensibile, ha sempre seguito tutti i
dettami della religione di Arlinir infatti era talmente pervasa dall’amore per
la dea da diventare di li a poco una sacerdotessa devota alla dea.
Ha sempre dimostrato di essere preoccupata per le sorti dei vari abitanti del
luogo, qualche volte mi è capitato di fare qualche avventura con lei, per
imparare e crescere, e si vedeva da subito che sarebbe riuscita a completare
perfettamente l’addestramento e raggiungere poi la completa padronanza dei
misteri divini. Oggi se non erro è la sacerdotessa più alta in grado li al
tempio sempre disponibile per alleviare le sofferenze del popolo, e devo dire
che la sua bravura e la sua dedizione alla dea sono seconde solo alla sua
bellezza..."
[Tratto dal
un racconto del Iriam, Cantore del Regno di Tarsis, nel 195 p.n. inflictus (by Francesco
Indrizzi)]